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IMPORTANZA e DIFFUSIONE
Erroneamente ritenuto originario della Persia, da cui ha derivato il nome, il pesco provienne dall Cina, da dove è passato in Persia e poi in Gracia, ad opera di Alessandro Magno. I Romani, che lo appprezzavano particolarmente, ne diffusero la coltivazione in Europa. Non si hanno nitizie sulla coltura del pesco durante il medioevo, mentre lo ritroviamo in auge nella Toscana rinascimentale. La peschicoltura moderna inizia ai primi del nostro secolo nel Veronese ed in Romagna.
La produzione mondiale di pesche si aggira intorno a 8 milioni di t, di cui la metà prodotte dai paesi della CEE. I paesi terzi principali produttori sono: Usa, exURSS e Cina. Nell'ambito CEE l'Italia è il principale produttore seguito da Grecia, Spagna e Francia.
In Italia la peschicoltura si estende su 113.000 ha con una produzione media di 1.7 milioni di t, così suddivise:
- pesco ha 67.000, produzione 1.000.000 t;
- nettarine ha 35.000, produzione 500.000 t;
- percoche ha 11.000, rpoduzione 200.000 t.
Le principali regioni produttrici sono, in ordine decrescente: Emilia-Romagna, Campagna, Piemonte, Veneto, Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. La coltivazione del pesco è quindi diffusa in molte regioni italiane, con prevalenza di cv precocissime e precoci al sud, anche in coltura protetta e di cv a media maturazione e tardive al nord.
Nel nostro paese la peschicoltura ha avuto un incremento notevole di superficie dal dopoguerra ad oggi:
- 300.000 t negli anni '50;
- 800.000 t negli anni '60;
- 1.100.000 t negli anni '70;
- 1.5-1.700.000 t negli anni '90;
Quando a metà degli anni '70 la peschicoltura stava segnando il passo, la diffusione delle nettarine le ha dato nuovo impulso , ampliando e differenziando i consumi.
I consumi interni sono per le pesce di 10 Kg/pro capite e per le nettarine di 5 Kg/pro capite.
Gli usi industriali alimentari interessano 250-300.000 t, per produrre sciroppati, nettari e marmellate. Il nettare, denominato anche succo e polpa, si ottiene aggiungendo acqua e zuccheri al succo, con un contenuto minimo di frutta del 40-50%. Per produrre sciroppati si utilizano pervalentemente le percoche, mentre per gli altri usi industriali si impiega il "maturo", ossia i frutti inidonei al mercato del fresco.
L'esportazione del prodotto pfresco è di circa 350.000 t, di cui la gran parte collocato in Germania, Regno Unito e Francia.
Da diversi anni si producono eccedenze di mercato pari al 10-20% della produzione. Tali eccedenze, che si verificano a file giugno nelle aree peschicole meridionali ed a fine luglio in quelle settentrionali, son tritate dal mercato da orgganismi preposti.

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