E’ ormai quasi solo più nei nostri ricordi quella “cultura del maiale” che sapeva far diventare un periodo di festa quei giorni che andavano dalla macellazione dell’animale alla cena di chiusura che coinvolgeva un gran numero di persone. E’ da questo evento annuale, quasi rituale, che abbiamo preso spunto per mettere in evidenza, in maniera piacevole, alcuni aspetti tipici della vita rurale, caduti in disuso nel periodo della corsa verso le fabbriche e del consumismo più esasperato, che forse potrebbero servirci da esempio per rendere la nostra vita un po’ meno frenetica e qualitativamente migliore. Di norma si allevava un maiale per famiglia nutrendolo con gli scarti dell’orto e del cibo quotidiano quasi una sorta di antesignano composter.
“Del maiale non si butta via niente” ci ripetevano i nostri nonni e questa affermazione pare anticipare di decenni il concetto di “consumo responsabile” al quale oggi molti si ispirano. Questa sagra cerca di aiutarci a riscoprire sapori genuini prendendo come spunto un prodotto tipico canavesano:” il salame di patata” che nasce da ingredienti assolutamente naturali ed anche” poveri” quali alcune parti meno pregiate del maiale e le patate bollite rivelandosi un insaccato dal gusto leggero, particolare e tipicamente piemontese che ben si abbina ad un buon bicchiere di vino rosso nostrano.