Il ritrovamento dei resti di un villaggio preistorico su palafitte nel Lago di Viverone, è una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo.
I ricercatori dopo attenti studi sono riusciti a ricostruire l'ambiente, l'economia e l'evoluzione di questa civiltà lacustre che risale all'Età del Bronzo, ovvero tra il 1800 e il 1200 a.c.
La scoperta ha messo a nudo una vera e propria metropoli preistorica costituita da più palafitte che occupa con le migliaia di pali superstiti rimasti infissi sul fondo del lago, ben 25.000 metri quadri.
Vi sono tre insediamenti di epoche diverse. L'abitato maggiore era situato su un promontorio,oggi sommerso da due metri e mezzo di acqua, che si proietta verso il centro del lago. L'insediamento preistorico era collegato a riva da una passerella di circa 150 metri, e protetta da entrambi il lati da una palizzata.
A circa due terzi della passerella ha inizio l'abitato vero e proprio con forma rigorosamente circolare, circondato anch'esso da un'altra palizzata questa volta doppia, con all'interno una strada. Un villaggio fortificato che nel settore destro ospitava numerose abitazioni di pianta rettangolare. A sinistra verso il lago aperto, c'era un altro quartiere ed una serie di recinti per gli animali. Attorno ai due punti vi sono tracce di insediamenti successivi, veri e propri quartieri in espansione dell'abitato.
L'economia degli abitanti era basata sull'agricoltura integrata dall'allevamento e dallo sfruttamento delle risorse del lago e della selvaggina; i manufatti in bronzo rinvenuti dimostrano una buona tecnica di lavorazione di questo materiale.
Oggi l'antico abitato è completamente sommerso dalle acque e appare come una distesa di melma dalla quale emergono migliaia di pali, con un diametro che varia dai 10 ai 40 cm disposti in maniera regolare gli uni sugli altri.